Difendiamo le otto donne di Cagliari denunciate per la “spesa proletaria”

 

Negli USA quando esplose la crisi del 1929 i grandi proprietari terrieri buttavano nei canyons i bovini e le pecore e conservavano nei silos il grano che non riuscivano a vendere. I lavoratori disoccupati e le loro famiglie affamati organizzavano le Marce della fame e durante queste assaltavano le stalle ed i silos per soddisfare immediatamente i loro bisogni. Le otto donne di Cagliari denunciate per non aver pagate la spesa, si sono mosse allo stesso modo di quei lavoratori e delle loro famiglia. Il giornale La Nuova Sardegna fa dell’ironia chiamando quest’azione per difendere il diritto all’esistenza, “spesa proletaria”. Il punto è il seguente: queste iniziative sono state sempre fatte nelle grandi crisi capitalistiche ma la risposta della classe lavoratrice non può essere questa. Innanzitutto dobbiamo difendere queste donne da un punto di vista giuridico lanciando un appello agli avvocati democratici perché la difesa sia gratuita. Sull’azione di queste donne va costruita l’iniziativa politica. Oggi non c’è più bisogno di spiegare al popolo che di “ripresa” non ce ne sarà, non c’è più bisogno di spiegare che i politicanti da Renzi a Pigliaru sono dei bugiardi. Il popolo lo ha compreso. Quello che dobbiamo spiegare è che se si rischia, come hanno fatto quelle donne, bisogna rischiare organizzando la lotta di massa occupando i comuni, assediando le sedi delle banche, occupando le sedi dei partiti ad iniziare da quelle di quel partito merdoso che si chiama Partito Democratico. In ciò che hanno fatto quelle donne c’è a livello embrionale l’idea che l’azione di massa non deve essere più un’azione simbolica, di semplice denuncia o per attirare l’attenzione dei media o di Papa Francesco. L’azione di massa deve mettere paura. Oggi la crisi inizia a toccare anche le forze della repressione. I tagli finanziaria all’Arma dei carabinieri ed alla Pubblica Sicurezza stanno creando molti malumori. Chi fa parte della truppa ha figli e fratelli disoccupati. La dichiarazione “comprensiva” dell’Arma dei carabinieri di Cagliari da un lato mette sull’avviso che azione del genere non saranno tollerate, dall’altro lato c’è il riconoscimento che la situazione è intollerabile. Perciò concludiamo questa nota con i versi del grande poeta rivoluzionario sardo Peppino Mereu:

“Deo no isco, sos carabineris
in logu nostru prit’est chi bi sune,
e no arrestant sos bangarrutteris.
Bi cheret una furca e una fune,
e impiccar’impiccare continu,
finas a si purgare sa Comune”.

Partito Comunista dei Lavoratori

Coordinamento Regionale Sardo

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